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Trento, 17 novembre 2005
EVITARE NUOVI SQUARCI SUL MONTE GAZZA, CON LA SCUSA DI UNA PISTA PER L'ESBOSCO
Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e democratici per L’Ulivo

Il comune di Vezzano ha autorizzato un censito di Vezzano a realizzare una nuova pista forestale sul Monte Gazza, finalizzata, a quanto pare, a portare a valle del legname da ardere (deliberazione n. 57 della Giunta comunale di Vezzano del 18 ottobre 2005). La nuova pista interesserebbe due realità fondiarie di proprietà comunale.

L'evidente sproporzione fra i costi di realizzazione della pista e l'utile ricavabile in prospettiva rende legittimo il dubbio che in gioco vi siano altri interessi ben più consistenti. Fra questi la possibilità di recuperare un rudere – sempre di proprietà del censito – che, utilizzando la pista costruenda, potrebbe essere agevolmente ristrutturato e “valorizzato”. Peraltro il censito in questione disporrebbe già di un altra baita in zona e quindi il recupero avverrebbe con evidenti finalità speculative. In ogni caso è evidente che per il solo trasporto a valle della legna basta ed avanza una teleferica mobile, di cui chiunque si avvale in questi casi.

C'è poi il rischio – siccome, come si sa, “l'appetito vien mangiando” - che il Comune non sappia resistere al collegamento fra la nuova pista ed una “vicina strada comunale”, per meglio “servire” altre proprietà comunali in zona (cfr. motivazione del provvedimento). La “vicina strada comunale” altro non è che l’ex mulattiera Margone - Prati del Gazza, in disuso da decenni, oggi utilizzata come sentiero alpino e particolarmente apprezzato dagli escursionisti per il suo estesissimo panorama.

Oltre ad evidenti ragioni di tipo paesistico-ambientali che sconsigliano la realizzazione della pista, i lavori finirebbero per coinvolgere un area ove sono situate alcune sorgenti di utilità pubblica. Come è noto le risorse idriche del Monte Gazza non sono rilevantissime e quindi non è proprio il caso di mettere a rischio quelle poche sorgenti che erogano acqua potabile.

Vi è inoltre il rischio concreto che la pista finisca poi per aumentare la possibilità di transito con mezzi fuoristrada ben oltre le necessità per la quale è stata autorizzata, anche contando sul fatto che la reale possibilità di contrastare questo incivile fenomeno è pressoché nulla, a prescindere dalle buone intenzioni.

Tutto ciò premesso

si interroga il presidente della Giunta provinciale per sapere:

1. se non condivida la preoccupazione che l'apertura di una nuova pista forestale sul Monte Gazza non preluda a nuovi sfregi su una montagna già sufficientemente dotata – forse anche troppo – di piste forestali;

2. se non intenda impedire, per quanto di competenza dell'Amministrazione provinciale, la realizzazione di un'opera inutile e probabilmente motivata in modo non del tutto trasparente;

3. se non intenda disporre gli opportuni accertamenti a tutela delle sorgenti di acqua potabile interessate dall'opera ipotizzata.

Cons. prov. Roberto Bombarda

 

     

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